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Calendario venatorio in Calabria sospeso dal Tar

I giudici amministrativi bocciano l’arroganza della Regione che, oltre a permettere la caccia in aree protette, ha inserito fra le specie cacciabili pure uccelli che il Ministero dell’Ambiente e la Commissione Europea indicava di escludere
Con ordinanza n. 522/2020 depositata il 24 settembre, la prima sezione del Tar di Catanzaro ha disposto la sospensione in via cautelare  dell’efficacia della delibera di giunta regionale n. 219 del 7 agosto scorso e del relativo calendario venatorio, accogliendo in parte i rilievi presentati dalle associazioni Wwf e Lipu (avvocati Angelo Calzone e Fabio Spinelli), per le intervenute organizzazioni aggregate. In particolare, i giudici amministrativi hanno riconosciuto la validità delle contestazioni dei protezionisti, sia per quanto riguarda l’inserimento di due specie, il moriglione e la pavoncella tra le specie cacciabili, sia (fatto ancora più importante e che avrà conseguenze rilevanti sulla tutela della fauna calabrese) l’apertura della caccia nelle aree “Natura 2000” istituite  in base alla Direttiva Europea  42/93/CEE “Habitat” che alla Direttiva 79/409/CEE “Uccelli”, senza aver predisposto la necessaria valutazione di incidenza. [Continua]
 “Già l’anno scorso lo stesso Tar aveva bocciato il calendario contestando alla Regione – fanno sapere la Lipu e il Wwf – l’aver reso cacciabili due specie, il moriglione e la pavoncella appunto, non tenendo conto né dell’invito della Commissione Europea agli Stati membri, né delle raccomandazioni dello stesso Ministero dell’Ambiente che ne avevano sollecitato l’esclusione, in considerazione della rarefazione delle specie a livello europeo; ma, come se nulla fosse, la Regione Calabria, con una pervicacia che rasenta l’arroganza, ci aveva riprovato e, puntuale, è arrivata la seconda batosta.
Ma la bocciatura più sonora ed eclatante riguarda la mancanza di una valutazione di incidenza per tutte quelle aree protette di “Natura 2000”  individuate dalla stessa Regione per rispondere ai dettami delle succitate Direttive Europee, nelle quali invece era permesso cacciare; come se l’attività venatoria, per lo stesso schizofrenico ente regionale, non avesse nessun impatto su quella fauna che rappresenta una componente fondamentale degli ecosistemi. Come a dire: tuteliamo ambienti boschivi e zone umide, ma quegli animali che spesso ne avevano giustificato la protezione, possono essere tranquillamente presi a fucilate! Il tutto in contrasto con le Linee guida per la valutazione di incidenza e con l’art.8 comma 6 legge 5/6/2003 n.131. Si tratta delle grandi Zone di Protezione Speciale (ZPS) e di buona parte dei numerosi Siti individuati quali Zone Speciali di Conservazione di cui al Decreto Ministeriale 27/6/2017. Un terzo addebito mosso dai giudici riguarda infine l’apertura anticipata ad alcune specie in considerazione del mancato rispetto dell’arco temporale massimo previsto dalla legge 157/92.

In definitiva il Tar ha ritenuto “evidente il rischio di un pregiudizio grave e irreparabile agli interessi ambientali”, disponendo la sospensione del calendario venatorio nelle parti di interesse. Una grande vittoria del movimento ambientalista e un ulteriore monito alla Regione Calabria che non ha inteso accettare le proposte e le osservazioni al calendario venatorio delle associazioni protezionistiche, preferendo, “more solito”, dare retta a ben altri “consiglieri”. Spetta adesso alle forze dell’ordine (carabinieri forestali, ecc.) alle Guardie provinciali e volontarie, il compito di vigilare per il rispetto dell’ordinanza del Tar”.

 

IL BIRDWATCHING DIFENDE LA NATURA

Comunicato stampa

 

TORNA IL 3 E 4 OTTOBRE IL PIU’ GRANDE EVENTO BIRDWATCHING IN ITALIA E IN EUROPA.

OLTRE 50 APPUNTAMENTI NELLE OASI E RISERVE DELLA LIPU E IN ALTRE AREE PROTETTE DEL PAESE.

OLTRE ALL’OSSERVAZIONE DEGLI UCCELLI ANCHE LA SEGNALAZIONE DELLE MINACCE CHE INCOMBONO SUGLI HABITAT NATURALI CHE LI OSPITANO

Programma su www.lipu.it

 

Due giornate dedicate al birdwatching, per conoscere la migrazione degli uccelli selvatici e segnalare eventuali minacce che incombono sugli habitat, come l’inquinamento da plastica, la presenza di rifiuti, atti di bracconaggio o l’uso di mezzi non autorizzati.

Si svolgerà sabato 3 e domenica 4 ottobre la nuova edizione dell’Eurobirdwatch, il più importante evento dedicato al birdwatching organizzato da BirdLife Europa e, in Italia, dalla Lipu-BirdLife Italia.

Oltre 50 eventi (programma completo su www.lipu.it) si svolgeranno nelle oasi e riserve gestite sul territorio nazionale e in altre aree protette scelte dai volontari delle delegazioni per la presenza di uccelli selvatici, come zone umide, fiumi, aree costiere.

 

In Calabria la sezione Lipu di Rende (CS) organizza due uscite, la prima sabato 3 Ottobre in collaborazione con l'associazione Kalabrian H2O alla foce del fiume Corace che segna il confine tra i comuni di Catanzaro e Borgia, la seconda, domenica 4 Ottobre presso la Riserva Naturale Regionale del Lago di Tarsia (CS) in collaborazione e con il patrocinio dell'Ente Riserva. Si tratta di una zona umida, la più importante della Calabria per quantità e numero di specie presenti dove sarà possibile osservare aironi, spatole, svassi, folaghe, cormorani ma anche passeriformi come usignoli di fiume, luì, rondini, ballerine e rapaci come nibbi, albanelle, falchi di palude….insomma una biodiversità ricca e ben rappresentata.

La migrazione autunnale sarà protagonista dell’appuntamento: terminato il periodo di nidificazione, e involati i giovani, gli uccelli si apprestano a partire per passare l’inverno in aree più calde, per poi ritornare nel nostro Paese in primavera.

Le osservazioni raccolte durante l’Eurobirdwatch del 3 e 4 ottobre dai coordinatori della Lipu insieme ai partecipanti, e uniti ai dati provenienti da tutta Europa grazie al coordinamento di BirdLife Slovacchia, forniranno un quadro completo della migrazione degli uccelli in Italia e nel continente europeo.

Tra le specie più facili da vedere ci sono aironi, rapaci, cicogne, limicoli (uccelli tipici delle acque basse) e passeriformi. All’Oasi Lipu di Carloforte, in Sardegna, si potrà ancora ammirare il falco della regina, mentre i fenicotteri saranno presenti in gran numero nelle grandi zone umide come le valli di Comacchio, le aree umide siciliane (tra cui la Riserva Saline di Priolo) o le saline di Margherita di Savoia. Nelle regioni meridionali invece ancora visibili le rondini, in migrazione verso l’Africa dopo la lunga stagione di nidificazione nei nostri territori rurali. In questo periodo i birdwatcher più esperti possono osservare anche specie rare, come quelle registrate nelle ultime edizioni dell’Eurobirdwatch: smeriglio, casarca, passera lagia e anatra marmorizzata sono solo alcuni esempi.

 

Migrazione ma anche tutela degli habitat naturali: durante l’Eurobirdwatch i partecipanti saranno chiamati a segnalare eventuali problemi come la presenza di inquinamento da plastica o rifiuti, il transito di veicoli non autorizzati e conseguenti fenomeni erosivi, atti di bracconaggio, presenza di cani vaganti, arrampicate sportive e altre attività o situazioni che costituiscano una minaccia agli ambienti naturali e alle specie di uccelli.

 

L’evento è un’ottima opportunità per imparare a riconoscere gli uccelli, dagli aironi come nitticore e garzette ai rapaci come il falco di palude e l’albanella reale, ma anche pettirossi, fringuelli e luì piccoli: in tutto circa 200 specie, tra specie in migrazione o erratiche – spiegano i responsabili Lipu - Quest’anno aggiungiamo al divertimento anche un’importante attività di conservazione della natura: segnaleremo la presenza, nei luoghi dove ci recheremo, di inquinamento da plastica o rifiuti o di altre attività non consentite, tra cui atti di bracconaggio che possono pregiudicare la conservazione degli habitat naturali e delle specie di uccelli selvatici”.

 

Informazioni utili per partecipare all’evento del 3 ottobre presso la Foce del fiume Corace (CZ)

Il raduno dei partecipanti è alle 16,00 in località Roccelletta di Borgia presso il camping "Cammello Grigio". Per info 3384558849 (Gianluca) e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. . In alternativa si consiglia di seguire il gruppo pubblico facebook "Kalabrian H2O" o la pagina Kalabrian H2O News.

 

Informazioni utili per partecipare all’evento del 4 ottobre presso la Riserva Naturale Regionale del Lago di Tarsia (CS)

Appuntamento alle 08.30 presso l’uscita A2 di Rende-Cosenza Nord (Rotatoria Marconi) e alla 09.00 presso l'uscita A2 di Tarsia Sud (spiazzo antistante Hotel Ferramonti). Da qui, in soli 10 minuti si raggiungerà in auto la postazione di osservazione posta sulla sponda del lago. Le osservazioni proseguiranno sino alle ore 12.30.

Si consiglia munirsi di abbigliamento dai colori pastello, binocolo, macchina fotografica.

Per info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Contatti: 3487066531 (Roberto) - 3247764516 (Giorgio) - 3286234364 (Antonio) - 3490542414 (Fernando)

 

N.B.

L’evento si svolgerà nel rispetto delle misure atte a contenere la diffusione del Covid-19, pertanto sarà obbligatorio l'uso della mascherina.

Per i non soci è richiesta l’iscrizione alla Lipu che potrà essere effettuata anche durante la stessa giornata dell’evento.

 

Rende, 28 settembre 2020

 


Sezione Lipu di Rende

Coordinamento Regionale Lipu Calabria

Via Bertoni - 87036 Rende (CS)

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IL 2 SETTEMBRE RIAPRE LA CACCIA. ENNESIMO REGALO DELLA REGIONE AI CACCIATORI

 

LA PROTESTA DI LIPU E WWF

 

Ricordate il lockdown? Tutta la retorica della natura che si era rappropriata dei suoi spazi, con le anatre che nuotavano tranquille nei canali o a spasso per le vie cittadine? Nessun problema: dal 2 settembre e fino a febbraio ci penseranno i cacciatori a ristabilire l’ordine e a far capire agli animali qual è il destino che li attende: insidiati, braccati e presi a fucilate “per sport”, cioè per passatempo. La voglia di far tuonare l’artiglieria è tale che la Regione Calabria (che sia di destra o di sinistra è sempre la vecchia solfa), ha pensato di concedere l’ennesimo cadeau dell’apertura anticipata, senza un valido piano faunistico venatorio, senza uno straccio di censimenti, in un periodo in cui alcune specie, vedi Colombaccio e Tortora, hanno ancora i pulcini nel nido e con la gente ancora in giro per campi e boschi, o magari ospiti di bell’agriturismo con sveglia all’alba a colpi di fucile.

Ma ci vuole davvero un bel coraggio a sostenere, come ha fatto l’Assessore all’ Agricoltura Gallo, che il calendario venatorio approvato il 7 agosto, è frutto di “concertazione e di dialogo” con le associazioni ambientaliste. Ma quando mai? Nessuna delle osservazioni e delle proposte trasmesse all’ufficio regionale competente sia dal WWF che dalla LIPU (che anzi avevano espresso chiaramente un “fortissimo dissenso”), è stata presa in considerazione, prevedendo piuttosto l’ ingiustificata   preapertura della caccia e   il posticipo della chiusura al  10 febbraio 2021, favorendo l’esercizio venatorio nei siti di “Rete Natura 2000” senza la necessaria valutazione d’Incidenza Ambientale (Sic - Zps – Zsc, aree particolarmente protette) e mantenendo l’inaccettabile presenza di  specie in grave declino globale come la Pavoncella, il Moriglione, l’Allodola, il Tordo sassello, la Tortora selvatica e il Combattente.

Pavoncella e Moriglione sono stati addirittura arrogantemente inseriti nonostante l’ordinanza n. 1310/2019 del Tar Calabria che ne prevedeva la sospensione dall’attività venatoria.

Le diverse specie soffrono a causa dei cambiamenti climatici, dell’agricoltura intensiva e della distruzione del loro habitat naturale, ma continuano, nonostante le difficoltà, ad essere oggetto di caccia.

I preoccupanti dati sullo stato di conservazione di questi uccelli sono stati pubblicati nella terza edizione del rapporto Birds in Europe (2017), di BirdLife International, la più grande rete mondiale di associazioni per la tutela della natura.

Ma c’è di più: come si può sostenere che il calendario venatorio calabrese ha ricevuto il benestare dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), quando lo stesso istituto ha chiaramente contestato il calendario, ad esempio, sull’inserimento di Moretta, Combattente, Moriglione, Pavoncella, sulla preapertura alla Tortora, sulla data di apertura agli uccelli acquatici, alla Quaglia, al Fagiano, sulla data di chiusura alla Beccaccia (31 dicembre anziché 20 gennaio), agli acquatici e ai tordi (20 gennaio anziché il 31), sulla data di apertura alla Lepre, sulla mobilità dei cacciatori, ecc. e tirando le orecchie alla Regione Calabria per non avere MAI trasmesso all’ISPRA i dati sui carnieri annuali, cioè sul numero di animali abbattuti sul suo territorio, nonostante il Decreto 6/11/2012 di due Ministeri (Ambiente e Agricoltura)?

Il tutto in un drammatico contesto di assoluta mancanza di vigilanza in materia di controllo dell’attività venatoria, che non può che continuare ad alimentare tutte le svariate forme di bracconaggio ai danni degli animali selvatici.

I tempi del lockdown sembrano ormai lontani: dal 2 settembre, si salvi chi può.

 

 

LIPU Calabria

WWF Calabria

 

 

Cicogne da record in Calabria: nati 80 giovani da 31 coppie

COMUNICATO STAMPA

Cicogne da record in Calabria, nati 80 giovani da 31 coppie.

La sezione Lipu di Rende stila il consuntivo della stagione riproduttiva 2020 in Calabria.

Il 2020 è stato un anno particolarmente importante e favorevole per la Cicogna bianca in Calabria, 31 le coppie che si sono riprodotte sui nidi artificiali appositamente predisposti, 8 coppie in più rispetto al 2019. A comunicarlo è la sezione Lipu di Rende che dal 2003, in collaborazione con e-distribuzione, la società del Gruppo Enel che gestisce la rete elettrica a media e bassa tensione, posiziona nidi artificiali su tralici e pali elettrici per favorire il ritorno e la nidificazione di questa specie in Calabria.

E i numeri di quest’anno danno ragione dell’impegno e degli sforzi compiuti in quasi 20 anni di attività su questa specie. L’obiettivo di creare una popolazione minima vitale di 30 coppie è stato gradualmente, anno dopo anno, raggiunto e superato.

La Piana di Sibari con 20 coppie (5 in più rispetto al 2019) si conferma la zona più vocata per la Cicogna bianca per la presenza di risaie, segue la Valle del Crati con 9 coppie (2 in più rispetto al 2019). La Valle del Neto conferma la sua unica coppia storica e, da quest’anno, si aggiunge un’altra area, la Valle dell’Esaro, con una coppia nidificante, la prima in assoluto nella storia di questo territorio.

Ma in particolare, la Piana di Sibari e la Valle del Crati, sono state interessate da altre 6 coppie di cicogne che hanno tentato di riprodursi costruendo il nido ma poi non sono riuscite a portare a termine la nidificazione. In genere si tratta di coppie giovani, sessualmente non mature, che simulano delle nidificazioni e che però fanno ben sperare per il prossimo anno.

Tutte, tranne due coppie, in questi anni, si sono riprodotte su nidi artificiali, e anche questo è un record ed un elemento di ulteriore eccezionalità, sostengono i volontari della sezione Lipu di Rende, che non trova riscontro in nessuna altra regione d’Italia e forse d’Europa.

Per quanto riguarda il numero di nati sono stati ben 80 quest’anno, 11 in più rispetto al 2019, di cui 17 sono stati inanellati a scopo scientifico, un’attività questa molto importante che è giù al suo secondo anno.

Le 20 coppie della Piana di Sibari hanno dato alla luce 47 giovani cicogne, 26 sono nate nella Valle del Crati dalle 9 coppie, 5 nella Valle del Neto e 2 nella Valle dell’Esaro. Non tutte le 80 cicogne nate però si sono involate, sottolineano ancora i volontari della Lipu, perché 3 sono morte nel nido, altre 3 misteriosamente scomparse mentre erano ancora nel nido. La causa di morte, per almeno due delle tre, sono stati i lacci e fili di nylon usati in agricoltura che le cicogne adulte raccolgono sul terreno per costruire il nido insieme ad altro materiale, a volte anche buste di plastica. I piccoli, nel lungo periodo di permanenza nel nido prima di involarsi (circa 60 giorni), si attorcigliano involontariamente attorno a questi fili, soffocandoli in una lenta e atroce agonia o impedendo loro di spiccare il volo. E invano è stata la scalata dei tecnici di e-distribuzione sui tralicci elettrici per liberare le cicogne da questi lacci. E così l’uomo, disperdendo rifiuti nell’ambiente, con i suoi comportamenti sbagliati, incide negativamente anche su una problematica rilevante ma poco conosciuta.

Per i tre piccoli, misteriosamente spariti, i volontari Lipu sospettano il sorvolo di droni sui nidi da parte di gente che, forse anche in maniera inconsapevole dei danni che può provocare, attua questa pratica allo scopo di collezionare foto “rare” o semplicemente per postarle sui social. Il rumore provocato dal drone a breve distanza dal nido mette in allarme adulti e piccoli che possono anche lanciarsi dal nido quando ancora non sono in grado di volare e andando quindi incontro a morte sicura. Questa è una forma di disturbo particolarmente pericolosa perché allontana gli adulti dal sito riproduttivo impedendo la costituzione, negli anni, di coppie fedeli a quel territorio.

La Lipu auspica che quest’attività con i droni, per quanto riguarda il possibile disturbo ai nidi e alla fauna selvatica in genere, venga regolamentata e che siano applicate pene severe per i trasgressori.

  

       

Ora le 74 giovani cicogne nate in Calabria e le 31 coppie (62 adulti) sono ancora nei cieli calabresi, si godono l’ebrezza dei primi voli e gli adulti si rilassano dopo l’impegnativa stagione riproduttiva durata oltre 4 mesi. Tra qualche giorno lasceranno la Calabria per intraprendere il lungo viaggio migratorio che le porterà in Africa oltre il deserto del Sahara. Ci vorrà la primavera prossima per vederle di nuovo in Calabria volare nel cielo o ai loro nidi mentre accudiscono i piccoli. Con la speranza che i comportamenti dell’uomo siano meno invasivi e più rispettosi nei confronti dell’ambiente e di questa meravigliosa specie che è in grado di regalarci tantissime emozioni.

 

Rende, 13 Agosto 2020

 

Sezione Lipu di Rende 

Coordinamento Regionale Lipu Calabria

Via Bertoni snc - 87036 Rende (CS) 

 

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Inanellate in Calabria a scopo scientifico 17 giovani cicogne bianche

COMUNICATO STAMPA

 

 La marcatura darà informazioni importanti sulle rotte migratorie e sulle aree di riproduzione

 

 

Si è conclusa nei giorni scorsi, e per il secondo anno consecutivo, l’ultima tappa di inanellamento scientifico, su alcuni  pulli di Cicogna bianca nati in Calabria nel 2020.

L’attività rientra nel più ampio Piano di Azione denominato “Cicogna bianca Calabria” che la sezione Lipu di Rende ha messo in campo nel 2003 per favorire la nidificazione di questa specie in regione attraverso l’installazione di nidi artificiali, una sorta di piattaforme circolari in legno.

L’attività di inanellamento, che riveste una particolare importanza scientifica e protezionistica, è stata possibile grazie ad una collaborazione tra LIPU, ISPRA ed E-Distribuzione, la società del gruppo Enel che gestisce la rete elettrica a media e bassa tensione.

L’inanellamento è una tecnica che consiste nel fissare un anello metallico al tarso degli uccelli con impresso un codice alfanumerico. Questo consente di ottenere traccia dei movimenti degli uccelli e raccogliere informazioni sul loro stile di vita. E’ uno dei metodi più efficaci per studiare la biologia, l’ecologia, il comportamento, i movimenti, la demografia degli uccelli.

Con questo obiettivo i volontari e naturalisti della Lipu di Rende hanno identificato 8 nidi, di cui 5 nella Piana di Sibari e 3 nella valle del Crati sui 30 presenti in regione e costantemente monitorati dagli stessi volontari.

Si è quindi proceduto ad inanellare i pulli  in maniera scaglionata in base all’età degli stessi per un totale di 17 pulli marcati.

Purtroppo quest’anno, in un nido della Valle del Crati, un piccolo è stato trovato privo di vita strozzato da un groviglio di rete in nylon, mentre l’altro pullo presentava una grave ferita a livello del tarso con il filo di nylon che aveva inciso profondamente la carne arrivando all’osso ma, per fortuna, i volontari della Lipu e gli operari di e-distribuzione sono riusciti a salvarlo.

Anche a questo individuo è stata applicato l’anello che rappresenta una sorta di carta di identità dove è possibile risalire a tutta una serie di dati, primo fra tutti il luogo e la data di inanellamento.

In caso di avvistamenti successivi, il suo codice alfanumerico, che potrà essere letto anche a distanza con l’aiuto di un binocolo, darà informazioni utilissime anche sulle rotte migratorie, di sosta e di riproduzione di questi meravigliosi uccelli.

Ma, soprattutto, consentirà di capire se questi individui inanellati torneranno a riprodursi in Calabria, dove sono nati, o in qualche altra regione di Italia o d’Europa.

Il progetto, che continuerà anche nei prossimi anni, è stato possibile realizzarlo, come già detto, grazie alla collaborazione di E-Distribuzione e delle sue Unità Operative di Castrovillari e Rossano e alla disponibilità di Mario Pucci, socio Lipu e inanellatore ISPRA.

Ma fondamentale è stato l’impegno, continuo e costante, dei volontari della sezione di Rende, senza i quali nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile realizzare, loro che da quasi 20 anni studiano e monitorano questa specie cercando di favorirne la nidificazione nella nostra regione.

Ogni qualvolta arriva una nuova coppia, è per tutti un grande successo. C’è molta rabbia e dispiacere quando invece il volo di questi uccelli viene interrotto a causa di comportamenti sbagliati da parte dell’uomo. L’abbandono di rifiuti nell’ambiente è uno di questi, poiché la specie, per imbottire il nido, raccoglie tutto ciò che trova nell’ambiente, anche fili di plastica, nylon,  spaghi, abbandonati incautamente sul terreno e che, se trasportati nel nido dalla Cicogna, possono, spesso, rappresentare causa di morte per i piccoli!

 

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