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A Paola distrutto un tratto di spiaggia per fare posto  ad una gara di moto cross

 

 

Quasi un km di spiaggia interamente devastato dalle ruspe, tonnellate di sabbia spostate e accumulate, la vegetazione spontanea estirpata, il tutto per fare posto ad una gara di moto cross.

In questo scenario apocalittico si sono svegliati gli abitanti di Paola la cui spiaggia è completamente irriconoscibile come dimostrano le immagini documentate da alcuni volontari della Lipu.

Come è possibile che oggi, dove la tutela della biodiversità è uno degli obiettivi nazionali ed europei prioritari da perseguire anche per le amministrazioni comunali, possano succedere devastazioni simili?

Quello che ancora non si riesce a capire è che la spiaggia non è solo un luogo di relax o di vacanza ma è un ecosistema delicato e complesso che va rispettato e conservato. Questa è una consapevolezza che dovrebbe appartenere ai singoli cittadini ma soprattutto alle amministrazioni dandone l'esempio.

Non è tanto una questione di essere autorizzati a svolgere una gara sulla spiaggia quanto al concetto di valore che si dà ad un determinato ambiente. L'amministrazione di Paola in questo caso ha ritenuto più utile per la sua visibilità e per la comunità, organizzare una gara di moto devastando una spiaggia, piuttosto che preservare la sua integrità e biodiversità.

Una scelta, che come altri comuni hanno fatto, riteniamo aggressiva e incurante di un bene comune.

Dal 2020 la Lipu in Calabria sta monitorando le spiagge alla ricerca del Fratino, un piccolo limicolo a rischio di estinzione in Italia, e lo fa anche sulla spiaggia di Paola dove da alcuni anni nidifica il Correre piccolo, altra specie protetta da direttive nazionali ed europee.

Le prime coppie erano già arrivate sulla spiaggia di Paola e stavano eseguendo i rituali di corteggiamento che prelude alla fase riproduttiva, ma il loro habitat è stato distrutto!

Corriere piccolo (Charadrius dubius) fotografato sulla spiaggia di Paola

 

I corrieri purtroppo non ci sono più, si saranno trasferiti altrove, forse in qualche altro comune costiero per loro più ospitale.

Questo è un primo danno alla biodiversità, l'altro aspetto è aver rimosso la vegetazione spontanea, eliminato tutti i microrganismi presenti, reso la spiaggia meno compatta favorendo così la sua erosione cosa che purtroppo avverrà con le prossime mareggiate.

E poi c'è da considerare l'inquinamento acustico, gas di scarico e carburanti, che una gara del genere comporta mettendo ulteriormente sotto stress l'ambiente e gli abitanti di quell'area.

 Non ci saremmo aspettati questa scelta dall'Amministrazione di Paola! Lo scorso anno infatti si era resa disponibile, su nostra segnalazione, a spostare i fuochi di artificio che erano stati allocati vicino il nido di un Corriere piccolo, in occasione dei festeggiamenti del Santo Patrono, S. Francesco di Paola. Azione virtuosa che era stata portata da esempio verso altri comuni.

Non ce lo saremmo aspettati anche perché Paola rientrava in quei 51 comuni ai quali, ai primi di febbraio, avevamo indirizzato una mail in cui si raccomandava di tutelare le proprie spiagge perché sito di nidificazione del Fratino e/o Corriere piccolo, attraverso comportamenti rispettosi, primo fra tutti il divieto della pulizia meccanica delle spiagge.

Il danno ormai è stato compiuto, noi ci auguriamo che per il prossimo futuro, né su Paola, né su nessun’altra spiaggia della Calabria o d'Italia, avvengano manifestazioni del genere.

Come per i concerti in spiaggia, anche per le gare di moto cross, bisogna capire che le spiagge sono un patrimonio di tutti, ecosistemi che ospitano vita e come tale non possono essere distrutte o stravolte per il desiderio di pochi!

 



 

Fratino e Corriere piccolo: la Lipu invia una lettera a 51 comuni costieri calabresi per chiederne la protezione

Comunicato stampa

 

Sono 51 i comuni costieri calabresi ai quali recentemente, la Lipu Calabria, ha indirizzato una missiva utile a favorire la  tutela sia del Fratino (Charadrius alexandrinus) che del Corriere piccolo (Charadrius dubius), due piccoli uccelli limicoli che frequentano le spiagge calabresi.

Una missiva contenente consigli validi a raccomandare e ricordare ai sindaci dei 51 comuni interessati, di mettere in atto tutte quelle misure di protezione necessarie affinché le due specie possano avere la possibilità di riprodursi e vivere in tranquillità. 

In questo periodo infatti, fuoristrada, quad e motocross sono presenti sugli arenili, senza nessuna limitazione, lasciano evidenti cicatrici del loro passaggio.

Plastica, rifiuti e cani vaganti o di proprietà, non tenuti al guinzaglio, fanno il resto mettendo a dura prova spiagge e dune (ove presenti) e tutto ciò che ruota attorno a questo delicato ecosistema.

Inoltre, proprio durante il periodo riproduttivo, coincidente con l'approssimarsi della stagione balneare, le spiagge vengono tirate a "nuovo", le ruspe entrano in azione per livellare la sabbia ed estirpare le "erbacce", tutto deve essere perfetto come in un campo di calcio!

Tutto questo ovviamente, ha pesanti ripercussioni sulle due specie e, su tutte le altre forme di vita, sia animali che vegetali, presenti negli ambienti dunali e costieri, non ultima, per la nidificazione e la protezione della tartaruga marina Caretta caretta e per la protezione e la tutela del prezioso giglio di mare.

Corriere piccolo e Fratino sono entrambe specie protette da direttive nazionali ed europee, il Fratino in particolare è una delle specie più a rischio di estinzione in Italia, meno di 500 coppie nidificanti.

E le problematiche elencate sono alla base di questo drammatico declino!

Basterebbero poche azioni per consentire a questa specie di invertire il trend negativo.

Tutti ne siamo responsabili, i sindaci e gli amministratori in particolare, hanno grande responsabilità ma anche una eccezionale opportunità, possono decidere di continuare ad ignorare questa specie o contribuire al suo riscatto.

La Lipu con la sua azione, non chiede niente di eccezionale ai sindaci ma solo di far rispettare dei divieti, già di fatto esistenti, ma che sistematicamente vengono ignorati.

Ricordiamo a tal proposito, la nota del 30.05.2023 prot. 244072 emanata dal Dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente della Regione Calabria - Settore 3 Parchi e Aree Naturali  Protette - “Azioni finalizzate a tutela delle specie Caretta caretta e alla salvaguardia degli habitat costieri”, norma che rientra a pieno titolo come urgenti misure di protezione per le spiagge.

La Lipu dal 2020 ha messo in campo in Calabria una rete di volontari e associazioni, oltre 30, che ogni anno, da febbraio ad agosto, monitorano centinaia di km di costa alla ricerca del piccolo limicolo.

Cercarlo significa proteggerlo, dare valore a quel territorio, incidere sulle politiche di gestione e manutenzione delle spiagge. 

È importante ricordare che i fratini, al pari di numerose altre specie di uccelli, sono ottimi indicatori ecologici. Questo significa che la loro presenza in un determinato habitat è indice del buono stato di salute di quel preciso ambiente tantè che la sua presenza concorre all'ottenimento della bandiera blu.

A fronte di una progressiva e sempre più rapida scomparsa degli habitat idonei, proteggere i siti riproduttivi e di svernamento diventa perciò fondamentale per garantire la conservazione di questa specie.

Le amministrazioni locali, con azioni virtuose, possono aiutarci a far conoscere il fratino e a creare una nuova consapevolezza riguardo al suo valore!

Queste raccomandazioni sono rivolte ai sindaci nei cui territori i volontari Lipu svolgono attività di monitoraggio ma tutti i 116 comuni costieri calabresi si sentano coinvolti.

Molte sono infatti ancora le spiagge da esplorare in Calabria che potrebbero essere potenziali siti di nidificazione e svernamento della specie.

La Lipu lancia contestualmente anche un appello ai cittadini nell'unirsi nella ricerca del piccolo limicolo, il contributo di ogni singola persona può essere prezioso.

 

Chi è interessato a conoscere la Lipu, a saperne di più sul fratino e a collaborare contatti la Lipu a questi indirizzi:

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Fratino e Corriere piccolo: la Lipu invia una lettera a 51 comuni costieri calabresi per chiederne la protezione

comunicato stampa

 

 

Sono 51 i comuni costieri calabresi ai quali recentemente, la Lipu Calabria, ha indirizzato una missiva utile a favorire la  tutela sia del Fratino (Charadrius alexandrius)  che del Corriere piccolo (Charadrius dubius) , due piccoli uccelli limicoli che frequentano le spiagge calabresi.

Una missiva contenente consigli validi a raccomandare e ricordare ai sindaci dei 51 comuni interessati, di mettere in atto tutte quelle misure di protezione necessarie affinché le due specie possano avere la possibilità di riprodursi e vivere in tranquillità. 

In questo periodo infatti, fuoristrada, quad e motocross sono presenti sugli arenili, senza nessuna limitazione, lasciano evidenti cicatrici del loro passaggio.

Plastica, rifiuti e cani vaganti o di proprietà, non tenuti al guinzaglio, fanno il resto mettendo a dura prova spiagge e dune (ove presenti) e tutto ciò che ruota attorno a questo delicato ecosistema.

Inoltre, proprio durante il periodo riproduttivo, coincidente con l'approssimarsi della stagione balneare, le spiagge vengono tirate a "nuovo", le ruspe entrano in azione per livellare la sabbia ed estirpare le "erbacce", tutto deve essere perfetto come in un campo di calcio!

Tutto questo ovviamente, ha pesanti ripercussioni sulle due specie e, su tutte le altre forme di vita, sia animali che vegetali, presenti negli ambienti dunali e costieri, non ultima, per la nidificazione e la protezione della tartaruga marina Caretta caretta e per la protezione e la tutela del prezioso giglio di mare.

Corriere piccolo e Fratino sono entrambe specie protette da direttive nazionali ed europee, il Fratino in particolare è una delle specie più a rischio di estinzione in Italia, meno di 500 coppie nidificanti.

E le problematiche elencate sono alla base di questo drammatico declino!

Basterebbero poche azioni per consentire a questa specie di invertire il trend negativo.

Tutti ne siamo responsabili, i sindaci e gli amministratori in particolare, hanno grande responsabilità ma anche una eccezionale opportunità, possono decidere di continuare ad ignorare questa specie  o  contribuire al suo riscatto.

 La Lipu con la sua azione, non chiede niente di eccezionale ai sindaci ma solo di far rispettare dei divieti, già di fatto esistenti, ma che sistematicamente vengono ignorati.

Ricordiamo a tal proposito, la nota del 30.05.2023 prot. 244072 emanata dal Dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente della Regione Calabria - Settore 3 Parchi e Aree Naturali  Protette - “Azioni finalizzate a tutela delle specie Caretta caretta e alla salvaguardia degli habitat costieri”, norma che rientra a pieno titolo come urgenti misure di protezione per le spiagge.

 

La Lipu dal 2020 ha messo in campo in Calabria una rete di volontari e associazioni, oltre 30, che ogni anno, da febbraio ad agosto, monitorano centinaia di km di costa alla ricerca del piccolo limicolo.

Cercarlo significa proteggerlo, dare valore a quel territorio, incidere sulle politiche di gestione e manutenzione delle spiagge.

 

È importante ricordare che i fratini, al pari di numerose altre specie di uccelli, sono ottimi indicatori ecologici. Questo significa che la loro presenza in un determinato habitat è indice del buono stato di salute di quel preciso ambiente tantè che la sua presenza concorre all'ottenimento della bandiera blu.

A fronte di una progressiva e sempre più rapida scomparsa degli habitat idonei, proteggere i siti riproduttivi e di svernamento diventa perciò fondamentale per garantire la conservazione di questa specie.

Le amministrazioni locali, con azioni virtuose, possono aiutarci a far conoscere il fratino e a creare una nuova consapevolezza riguardo al suo valore!

Queste raccomandazioni sono rivolte ai sindaci nei cui territori i volontari Lipu svolgono attività di monitoraggio ma tutti i 116 comuni costieri calabresi si sentano coinvolti.

Molte sono infatti ancora le spiagge da esplorare in Calabria che potrebbero essere potenziali siti di nidificazione e svernamento della specie.

La Lipu lancia contestualmente anche un appello ai cittadini nell'unirsi nella ricerca del piccolo limicolo, il contributo di ogni singola persona può essere prezioso.

 

Chi è interessato a conoscere la Lipu, a saperne di più sul fratino e a collaborare contatti la Lipu a questi indirizzi:

 

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L’appello di Lipu Vas e Alberi Verdi ai Commissari prefettizi del comune di Rende per non abbattere i Pini domestici su Via Don Minzoni

 

Comunicato stampa del 18/01/2024

 

Una locandina riportante il logo del comune di Rende affissa lungo Via Don Minzoni avvisa i cittadini che nei prossimi giorni verranno tagliati i pini domestici presenti sui due lati della carreggiata.

Si, purtroppo i pini domestici di Rende sono giunti al loro capolinea! Dopo essere scampati al taglio nel mese di luglio scorso grazie ad un intervento della Lipu e del forum ambientalista per l'applicazione della Legge 157/92 che ne vieta l'abbattimento in periodo di nidificazione della fauna selvatica, sabato 20 si inizierà a dare il via alla mattanza voluta dall’ex Giunta Manna e ora programmata dai commissari prefettizzi che in realtà danno attuazione ad una delibera già approvata.

Sono alberi pericolosi a rischio caduta, di scarso valore estetico ed ornamentale che danno gravi problemi alla pavimentazione e ai marciapiedi sottostanti, così sembrerebbero le motivazioni che hanno portato a tale decisione. Verranno sostituiti, come già in parte è avvenuto per Via Leonardo Da Vinci, con alberi, o meglio alberelli, di Leccio.

Ad onore del vero occorre ricordare che questi pini domestici sono lì da almeno 60 anni e rappresentano un simbolo identitario della città e dei quartieri di Quattromiglia e Commenda in particolare. In questi anni hanno sequestrato tonnellate di anidride carbonica e immesso altrettante quantità di ossigeno nell’aria. Una sola pianta ha accumulato 2.236 kg di CO2 nel legno (fusto radici e rami) e sequestrato annualmente 101 kg di CO2 e immesso nell’aria 73,6 Kg di ossigeno, senza tener conto dell’anidride solforosa, biossido di azoto PM2,5 (particelle fini) sottratte (Ecologia Urbana 32 (1) 2020: 31-35). Queste stesse piante hanno dato rifugio, riparo e nutrito migliaia di uccelli appartenenti a diverse specie, anche protette, aumentando così la biodiversità urbana.

Ci chiediamo è proprio necessario eliminarle? Quanto impiegheranno le giovani piante di leccio affinché forniscano questi stessi benefici ecosistemici? Almeno 30-40 anni! Quindi tagliare e immettere al posto di… non è la stessa cosa.

Altro aspetto rilevante: la pericolosità! Certamente qualcuna di loro sarà inclinata ma non per questo occorre abbatterle tutte. Quante di loro in questi anni sono cadute per eventi atmosferici avversi o per altre cause, poche o forse nessuna. E allora di cosa parliamo!

Le piante, soprattutto in questi ultimi anni, sono diventate delle vittime sacrificali in nome della sicurezza. Piuttosto gli amministratori, di qualsiasi colore politico, che si sono susseguiti in questi lunghi anni, avrebbero dovuto preoccuparsi di come far crescere una pianta in salute, di come potarla e non capitozzarla, di come far arieggiare le radici e non di cementificarle, ma questo è un altro discorso, è un concetto culturale, di competenza, quelle giuste.

Terzo capitolo: sollevamento e sconnessione dei marciapiedi per le radici affioranti. Anche questo è dovuto ad una cattiva gestione del verde urbano ascrivibile negli anni. Qualsiasi albero, anche i lecci, hanno bisogno di una fascia di rispetto che va oltre quella attorno al colletto dell’albero. Il sollevamento delle radici è una risposta della pianta alla compattazione e cementificazione del terreno circostante.

Oggi, per fortuna, ci sono delle tecniche innovative, una tra tutte il metodo “Vogt” che decompatta il terreno immettendo aria e sali minerali consentendo alle radici di affondare in profondità. Metodo quest'ultimo che la Lipu, in occasione dell'incontro avvenuto nel mese di agosto con i Commissari prefettizzi, aveva proposto agli stessi dirigenti ma che evidentemente non hanno preso in considerazione.

Ora le associazioni scriventi chiedono ai Commissari di revocare la decisione di abbattere i pini, quanto meno quelli sani ed in asse, se vogliono possono ancora farlo. Se ciò accadrà saranno ricordati, ne saremo certi, come quei dirigenti che hanno bloccato una scellerata, quanto inopportuna delibera comunale e salvato decine, o forse un centinaio, di pini domestici nella città di Rende!

 

Lipu - Sezione di Rende (CS)

Comitato Alberi Verde Cosenza

Associazione Verdi Ambiente e Società - VAS-APS Onlus Circolo di VAS Rende-Cosenza

L’appello di Lipu Vas e Alberi Verdi ai Commissari prefettizi del comune di Rende per non abbattere i Pini domestici su Via Don Minzoni

 

Comunicato stampa del 17/01/2024

 

Una locandina riportante il logo del comune di Rende affissa lungo Via Don Minzoni avvisa i cittadini che nei prossimi giorni verranno tagliati i pini domestici presenti sui due lati della carreggiata.

Si, purtroppo i pini domestici di Rende sono giunti al loro capolinea! Dopo essere scampati al taglio nel mese di luglio scorso grazie ad un intervento della Lipu e del forum ambientalista per l'applicazione della Legge 157/92 che ne vieta l'abbattimento in periodo di nidificazione della fauna selvatica, sabato 20 si inizierà a dare il via alla mattanza voluta dall’ex Giunta Manna e ora programmata dai commissari prefettizzi che in realtà danno attuazione ad una delibera già approvata.

Sono alberi pericolosi a rischio caduta, di scarso valore estetico ed ornamentale che danno gravi problemi alla pavimentazione e ai marciapiedi sottostanti, così sembrerebbero le motivazioni che hanno portato a tale decisione. Verranno sostituiti, come già in parte è avvenuto per Via Leonardo Da Vinci, con alberi, o meglio alberelli, di Leccio.

Ad onore del vero occorre ricordare che questi pini domestici sono lì da almeno 60 anni e rappresentano un simbolo identitario della città e dei quartieri di Quattromiglia e Commenda in particolare. In questi anni hanno sequestrato tonnellate di anidride carbonica e immesso altrettante quantità di ossigeno nell’aria. Una sola pianta ha accumulato 2.236 kg di CO2 nel legno (fusto radici e rami) e sequestrato annualmente 101 kg di CO2 e immesso nell’aria 73,6 Kg di ossigeno, senza tener conto dell’anidride solforosa, biossido di azoto PM2,5 (particelle fini) sottratte (Ecologia Urbana 32 (1) 2020: 31-35). Queste stesse piante hanno dato rifugio, riparo e nutrito migliaia di uccelli appartenenti a diverse specie, anche protette, aumentando così la biodiversità urbana.

Ci chiediamo è proprio necessario eliminarle? Quanto impiegheranno le giovani piante di leccio affinché forniscano questi stessi benefici ecosistemici? Almeno 30-40 anni! Quindi tagliare e immettere al posto di… non è la stessa cosa.

Altro aspetto rilevante: la pericolosità! Certamente qualcuna di loro sarà inclinata ma non per questo occorre abbatterle tutte. Quante di loro in questi anni sono cadute per eventi atmosferici avversi o per altre cause, poche o forse nessuna. E allora di cosa parliamo!

Le piante, soprattutto in questi ultimi anni, sono diventate delle vittime sacrificali in nome della sicurezza. Piuttosto gli amministratori, di qualsiasi colore politico, che si sono susseguiti in questi lunghi anni, avrebbero dovuto preoccuparsi di come far crescere una pianta in salute, di come potarla e non capitozzarla, di come far arieggiare le radici e non di cementificarle, ma questo è un altro discorso, è un concetto culturale, di competenza, quelle giuste.

Terzo capitolo: sollevamento e sconnessione dei marciapiedi per le radici affioranti. Anche questo è dovuto ad una cattiva gestione del verde urbano ascrivibile negli anni. Qualsiasi albero, anche i lecci, hanno bisogno di una fascia di rispetto che va oltre quella attorno al colletto dell’albero. Il sollevamento delle radici è una risposta della pianta alla compattazione e cementificazione del terreno circostante.

Oggi, per fortuna, ci sono delle tecniche innovative, una tra tutte il metodo “Vogt” che decompatta il terreno immettendo aria e sali minerali consentendo alle radici di affondare in profondità. Metodo quest'ultimo che la Lipu, in occasione dell'incontro avvenuto nel mese di agosto con i Commissari prefettizzi, aveva proposto agli stessi dirigenti ma che evidentemente non hanno preso in considerazione.

Ora le associazioni scriventi chiedono ai Commissari di revocare la decisione di abbattere i pini, quanto meno quelli sani ed in asse, se vogliono possono ancora farlo. Se ciò accadrà saranno ricordati, ne saremo certi, come quei dirigenti che hanno bloccato una scellerata, quanto inopportuna delibera comunale e salvato decine, o forse un centinaio, di pini domestici nella città di Rende! Lipu - Sezione di Rende (CS) Comitato Alberi Verde Cosenza Associazione Verdi Ambiente e Società - VAS-APS Onlus Circolo di VAS Rende-Cosenza

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